I Rammstein sono nati a Berlino 1994 e da allora sono diventati una delle band tedesche più famose e controverse del mondo. La scelta di cantare in Tedesco e alcuni atteggiamenti assunti sul palco li hanno fatto spesso finire al centro di feroci critiche, a volte accostandoli ad episodi di violenza (in particolare le stragi di Columbine e di Beslan), altre attribuendo loro idee politiche (naziste), peraltro sempre negate con forza.

La realtà dei fatti ha sempre smentito tutte le accuse, ma nell’immaginario collettivo sono spesso ancora radicate certe convinzioni, soprattutto a causa della difficoltà di comprendere i testi delle canzoni dei Rammstein e agli equivoci che sono scaturiti da certe incomprensioni.

C’è da dire anche che la band da sempre gioca sulla provocazione, con l’obiettivo di colpire e shockare il pubblico. Questo è evidente già dalla scelta del nome, ispirato al disastro aereo di Ramstein, a cui è stata aggiunta una “m” per richiamare anche il verbo “rammen”, che significa “conficcare”, “colpire con violenza”.

Questa decisione va inquadrata nel momento storico in cui è stata fondata la band: la Germania era da poco stata riunita, ma i Rammstein erano nati e cresciuti nella Germania est ed avevano dovuto fare i conti con il regime e con la censura: da questo la propensione a nascondere in molti testi un significato molto più profondo e nascosto di quello manifesto. Ma allo stesso tempo i Rammstein si schierano contro certi atteggiamenti in voga nel Paese riunificato, come dichiarato apertamente da Lindemann in un’intervista: “Ci faceva venire i nervi il fatto che, dopo la caduta del Muro, tutte le altre band dell’Est suonassero rock folk americanizzato. Copiavano tutto: il suono, il taglio dei capelli, i tatuaggi. Volevamo dare un calcio dritto in bocca a queste brutte copie”.

Ma i Rammstein non sono solo questo: oltre ai testi e alle pose violente e volgari, accanto a tematiche “forti” come la sessualità nelle sue forme più depravate (incesto, necrofilia, stupro), l’omicidio, o il cannibalismo, troviamo tematiche e testi che affondano le loro radici nel Romanticismo e nella tradizione, soprattutto nelle fiabe popolari tedesche.

I testi sono uno degli elementi chiave: il loro autore è Till Lindemann, frontman della band, ex giovane promessa del nuoto e appassionato di Goethe e del folklore tedesco. Lindemann ha pubblicato due raccolte di poesie, “Messer” e “In stillen Nächten”, che molto si avvicinano alle atmosfere romantiche.

Anche nei testi delle canzoni, soprattutto in quelle meno conosciute dal pubblico mainstream che li conosce quasi esclusivamente per l’inserimento di alcuni loro brani in film di successo (soprattutto “Du hast” in “Matrix”), sono presenti numerosi richiami e citazioni al Romanticismo e alla tradizione popolare tedesca: da Goethe a Brecht, passando per le fiabe dei Fratelli Grimm, ai racconti di Heinrich Hoffmann o alle filastrocche per bambini.

Lo stile di canto di Lindemann si avvicina invece alla ben nota tecnica della Sprechstimme, originaria delle opere liriche di Wagner: si tratta di un particolare modo di cantare, sottolineando alcune parole chiave nel testo.

Così capita ad esempio che in “Rosenrot” i Rammstein riescano a coniugare Goethe e il suo poema “Rosellina della landa” (ribaltandone il significato) con “Biancarosa e Rosella” dei Fratelli Grimm e con l’adagio popolare “Stille Wasser gründen tief”, l’equivalente tedesco dell’italiano “Acque chete rovinano i ponti”.

Ancora in “Dalai Lama” i Rammstein rivisitano in chiave moderna il “Re degli elfi”, ballata di Goethe musicata da Schubert, con un esito ancora più tragico che nell’opera originale; mentre in “Spieluhr” la filastrocca per bambini “Hoppe hoppe Reiter” viene inserita in un contesto decisamente più romantico (nell’accezione storica del termine).

Infine in “Haifisch” la band dichiara al mondo la sua unità e il suo disinteresse per le opinioni esterne, ma nel ritornello cita in modo magistrale “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht, in cui il protagonista Mackie Messer viene paragonato ad uno squalo: mentre i denti dell’animale sono ben visibili, il suo coltello è nascosto. Anche i Rammstein sono paragonati ad uno squalo: l’animale è forte e pericoloso, ma le sue debolezze non si vedono (le lacrime si confondono nel mare). Tuttavia negli abissi (del mare, ma anche dell’animo umano) ne scorrono così tante che l’acqua diventa salata.