Adagiata nell’entroterra campano, all’interno della provincia di Avellino, l’Irpinia è una regione dalle mille sfaccettature. Un territorio eterogeneo, che in un susseguirsi di piccoli rilievi ed ampie vallate, racchiude pittoreschi borghi medievali perfettamente conservati ed attrazioni naturalistiche di rara bellezza.

A richiamare visitatori in Irpinia, comunque, non sono soltanto i paesaggi da cartolina o l’aria pura che si respira tra le sue colline. In questo articolo ci occuperemo di un aspetto che assume un’importanza sempre maggiore: le secolari tradizioni irpine della zona e la sua cultura gastronomica.

 

Manifestazioni folkloristiche dell’Irpinia

Partiremo proprio raccontandovi alcune delle tante manifestazioni folkloristiche che hanno luogo nei piccoli comuni dell’Irpinia.

I Battenti di San Pellegrino

Nel periodo estivo, presso il paese di Altavilla Irpina (15 Km circa da Avellino), si tiene una peculiare manifestazione religiosa: il pellegrinaggio verso il santuario di San Pellegrino. Alla celebrazione partecipano diverse “squadre” di devoti, che prendono il nome di Battenti di san Pellegrino.
Con indosso camicia e pantaloni rigorosamente bianchi ed una fascia rossa a tracolla, i battenti si dirigono a piedi scalzi verso la chiesa, saltellando e trasportando l’effige di San Pellegrino (curiosamente rappresentato dormiente).
Durante il percorso, i battenti si prostrano più volte sulla strada – tra gli applausi del pubblico – in segno di profonda devozione. Questa manifestazione viene seguita ogni anno da migliaia di persone che accorrono dall’area circostante, e tra le squadre di “battenti”, molte provengono dai comuni limitrofi.

Il volo dell’Angelo di Gesualdo

Nel comune di Gesualdo, l’ultima domenica di agosto, si tiene la rappresentazione nota come “volo dell’angelo”, nell’ambito delle festività in onore di San Vincenzo Ferreri.
Una fune d’acciaio viene tesa tra il campanile della chiesa del Santissimo Rosario e la torre nord-est del Castello di Gesualdo (non a caso detta Torre dell’Angelo), posta a circa 25 metri di altezza.
A questa fune viene aggrappato un bambino vestito da angelo che, per mezzo di carrucole, “vola” da un punto all’altro del paese.
Lungo il percorso, su un’impalcatura di legno, compare un uomo che impersona Lucifero. Ha quindi inizio una cruenta disputa tra l’angelo ed il diavolo (o tra il bene ed il male), al termine della quale il demonio viene ricacciato nelle viscere della terra.
A conclusione della rappresentazione, l’angelo compie il percorso a ritroso fino al Castello, a simboleggiare il suo ritorno in cielo.

La Tarantella Montemaranese

Il piccolo comune di Montemarano (meno di 3.000 abitanti) racchiude una ricchezza culturale straordinaria. Il paese costituisce infatti la culla della cosiddetta Tarantella Montemaranese, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Questa particolare tarantella, il cui ingrediente principale resta l’improvvisazione, veniva originariamente eseguita con i tamburelli, le pipite e le caratteristiche castagnole. Evolvendosi nel corso degli anni, è stato però introdotto anche il clarinetto, strumento che oggi la contraddistingue.
Oggi come un tempo, la tarantella montemaranese viene tradizionalmente ballata durante il periodo di carnevale, in un clima di festa ed allegria che coinvolge l’intero paese.
In virtù del suo grande valore culturale, è stato inaugurato nel 2004 un museo etno-musicale su di essa incentrato. Pochi anni più tardi è stata anche fondata una scuola di musica col preciso intento di salvaguardare e diffondere la tradizione musicale di Montemarano.

 

Le specialità gastronomiche dell’Irpinia

Oltre al folklore, un’altra tradizione irpina estremamente interessante – come detto – è la tradizione gastronomica irpina, incredibilmente eterogenea. Molti piatti tipici di questa terra traggono le proprie origini dall’umile cucina contadina e sono caratterizzati da ingredienti poveri che nel loro insieme creano sapori unici. Ad essi si affiancano piatti estremamente raffinati, da abbinare a vini di altissimo pregio.

Minestra Maritata

La cosiddetta minestra maritata è un piatto tipico della cucina irpina diffuso anche in altre zone della Campania e del basso Lazio. La ricetta deve il suo nome al fatto che, in questa preparazione, la verdura si sposa (si “marita”) con la carne. Gli ingredienti principali sono la carne meno pregiata del maiale (tradizionalmente la testa), la verza e la cicoria. Va detto comunque che, a seconda dell’area, la minestra maritata si presta ad innumerevoli varianti.

Maccaronara al Tartufo

La maccaronara è un tipo di pasta molto diffuso in Irpinia. Si tratta di un formato di pasta lunga, simile allo spaghettone, realizzato rigorosamente a mano con farina di grano tenero o, più spesso, semola di grano duro e seguendo scrupolosamente delle specifiche regole di preparazione.
La maccaronara si può condire con i fagioli o con il ragù, ma può altresì essere associata ad un’altra prelibatezza della zona: il tartufo nero di Bagnoli Irpino.
Durante l’estate, nel comune di Castelfranci, si tiene una sagra incentrata proprio su questo tipo di pasta.

I Mugliatielli

Come spesso avviene in ogni parte d’Italia, alimenti un tempo considerati umili, sinonimo di “cucina povera”, sono stati elevati a delle vere e proprie prelibatezze. È il caso dei mugliatielli, che costituiscono le interiora dell’agnello (il cosiddetto “quinto quarto”), in passato snobbate dalle classi sociali più alte e riservate ai contadini.
Anche in questo caso, infinite sono le varianti e le modalità di preparazione del piatto, diffuso un po’ ovunque in provincia di Avellino e non solo. Nella regione dell’Irpinia i mugliatielli vengono preparati con trippa, cuore, polmoni e fegato e, tradizione irpina vuole che siano impiegati soprattutto come antipasto in occasione della Pasqua.

I Vini più famosi

Impossibile parlare della tradizione gastronomica dell’Irpinia senza menzionare i migliori vini qui prodotti. La coltivazione di vite nella zona, iniziò con tutta probabilità ben prima della colonizzazione greca della nostra penisola ed è testimoniata con certezza a partire dal I sec. a.C.
Proprio i Greci portarono con sé una varietà di uva originaria della Tessaglia che da allora viene utilizzata per la produzione del pregiato Greco di Tufo in diversi comuni dell’Irpinia.
Altra varietà di vino assolutamente da provare in Irpinia è il Taurasi, il primo ad ottenere la certificazione DOC nell’intero sud Italia. Si tratta di un vino rosso dal sapore intenso, invecchiato almeno tre anni e perfetto da abbinare a carni rosse, salumi e selvaggina.