Giornata nazionale delle tradizioni popolari e folcloristiche: un nuovo modo di valorizzare la nostra ricchezza nazionale

Giornata nazionale delle tradizioni popolari e folcloristiche: cos’è e perché è stata istituita?

Il dimissionario premier Conte ha parlato così in Senato prima di annunciare il ritiro dalla carica istituzionale finora occupata: “E’ necessario promuovere le infinite vie del turismo, valorizzando l’incredibile ricchezza del nostro patrimonio naturale, storico artistico”. Di fronte al Palazzo Madama gremito di colleghi politici e giornalisti, l’ultimo intervento della dell’ex Presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza di tornare ad una valorizzazione delle esperienze folcloristiche delle nostre regioni, al fine di tramandare le tradizioni e le usanze che hanno fatto la storia del nostro Paese.

Per questo motivo, Conte ha annunciato al termine del dibattito parlamentare che il prossimo 26 ottobre sarà la giornata nazionale dedicata alle tradizioni popolari e folcloristiche. Ma cosa significa più nel dettaglio e quali saranno le iniziative che caratterizzano questa prima commemorazione annuale?

La nostra Italia è da sempre costituita da una serie di valori regionalisti pieni di risvolti importantissimi per la cultura, l’arte e la tradizione del nostro Paese. Rivolgere l’attenzione a un tema sempre più misconosciuto nella vita moderna in cui tutti noi viviamo, vuole essere un modo per non dimenticare le nostre origini, così da tramandarle anche alle nuove generazioni. Troppo spesso, infatti, capita di svalutare la cultura regionale in cui si cresce, o ancora può succedere di considerarla come l’unica degna di nota, tanto da ignorare la ricchezza storico-folcloristica delle restanti zone d’Italia.

Conte ha parlato di un “recupero delle nostre più antiche identità culturali, delle nostre tradizioni locali, delle bellezze dei nostri borghi, dei piccoli comuni”. Un impegno che parte dal basso, quindi, e consente per un giorno all’anno di ricordare la bellezza delle aree naturali meno conosciute – ma ugualmente degne di nota – della nostra terra.

La giornata nazionale dedicata alle tradizioni popolari e folcloristiche, in breve, sarà un modo unico e innovativo di celebrare le abitudini dei nostri padri e delle nostre generazioni passate. Il tutto con una valorizzazione pensata appositamente per danze, canti, feste e sagre che appartengono alla tradizione dei borghi del nostro Paese.

Il vero punto focale a cui la celebrazione verrà dedicata riguarda l’influenza musicale dei tempi passati; se le regioni settentrionali vantano una ricca tradizione montanara e agricola – con particolare attenzione ai classici intramontabili del piffero e della fisarmonica – il centro del nostro Paese presenta una ricerca musicale ricca di poesia in canto. Abruzzo e Lazio affondano le loro radici in un’epoca medioevale fatta di balli locali – come il Saltarello – e di gare letterarie fatte da rime improvvisate. Il Sud, infine, è noto soprattutto per il ballo più popolare in Italia e all’estero: la tarantella tra le più famose vi sono le tarantella siciliana; ritmi veloci e metriche incalzanti fanno da padrone in una tradizione musicale tutta da scoprire! Il nome della danza sembra derivate dalla tarantola, il ragno velenoso che secondo la tradizione era solito provocare convulsioni e scatti somatici. Da qui un ballo noto per i movimenti del corpo rapidi ma eleganti, accompagnati dai suoni giocosi del tamburello e dell’organetto. Non meno importante è la tipica pizzica salentina scandita da violino e mandolino e da gruppi ben nutriti di danzatori amanti dell’arte e del divertimento.

Insomma, la trovata del dimissionario Presidente del Consiglio, è stata apprezzata per lo sforzo ammirevole di riportare in auge un ricco patrimonio ingiustamente trascurato negli ultimi anni. La giornata nazionale dedicata alle tradizioni popolari e folcloristiche che si terrà per la prima volta il 26 ottobre, sarà un momento di prezioso e suggestivo ritorno alle esperienze che hanno reso il nostro popolo quello che oggi conosciamo.