L’Ecobonus 110% è uno dei temi più dibattuti all’interno della politica dell’ultimo anno e con l’ascesa del nuovo Governo sembra ci siano grosse novità per i committenti.

La prima, forse la più grande, è quella che a partire da gennaio l’ecobonus passerà dal 110% al 90% e verrà riaperto ai proprietari di case unifamiliari, pratica che era stata sospesa con decorrenza 31/12/2022.

Nelle prossime righe abbiamo deciso di fare un po’ di chiarezza sulle pratiche relative a questa misura, in modo da sfatare alcuni miti per chi si avvia a richiedere questo tipo di intervento.

Come fare richiesta per l’ecobonus 110%

Sebbene siamo agli sgoccioli, è ancora possibile richiedere l’avviamento dei lavori. La pratica più utilizzata negli ultimi anni è stata quella di interpellare le aziende contractor che si occupano della progettazione e di subappaltare i lavori. Allo stesso tempo il loro compito è quello di ricevere il credito d’imposta dal committente e incassare denaro liquido dalla banca, in modo da applicare direttamente lo sconto in fattura.

Nascono alcune problematiche però, che spesso vengono poco pubblicizzate e che potrebbero portare a chi richiede i lavori brutte sorprese.

In primo luogo notiamo che i lavori non sono totalmente gratuiti come si potrebbe pensare.

Le aziende contractor infatti dichiarano che ci sono dei costi di progettazione che non vengono coperti dall’ecobonus e che alcuni materiali non possono essere sfruttati senza l’esborso di denaro supplementare.

Altra problematica è quella della cessione del credito d’imposta: molte banche hanno smesso di accettare la cessione e le poche che perseverano hanno dei tassi davvero molto alti.

Dalle stime fatte su alcuni preventivi, tra i costi aggiuntivi e i tassi di cessione del credito, un committente che richiede i lavori oggi è costretto a pagare al contractor una cifra che va dal 10 al 25% dell’intero importo dei lavori preventivato.

Notiamo subito che questa misura non è così vantaggiosa come sembra e ci converrebbe aspettare la modifica dell’ecobonus al 90% per riprovare questa strada, sperando che le banche riducano il corrispettivo per la cessione del credito d’imposta.

Come fare a migliorare l’efficientamento energetico della propria abitazione?

A fronte dei dati non certo incoraggianti, se avete disponibilità economica vi suggeriamo di affrontare la pratica interamente da soli, occupandovi voi della cessione del credito alla banca o evitando di cederlo e sfruttandolo negli anni a venire.

Per fare ciò vi sarà sufficiente interpellare un consulente finanziario e richiedere ai lavori ad un’azienda specializzata nella progettazione di impianti di efficientamento energetico che svolga l’intero lavoro internamente, senza alcun tipo di subappalto.

Esistono moltissime aziende sul territorio che non sono semplici contractor, ma vere e proprie realtà che sono in piedi da diversi anni. A tal proposito, se abitate nel sud Italia, ci sentiamo di suggerirvi di visitare la pagina relativa all’intervento di efficientamento energetico e fotovoltaico a Catania realizzato da Innovasol. Qui potrete verificare nel dettaglio le informazioni e la credibilità dell’azienda, i lavori precedentemente svolti che la rendono una solida realtà del settore, con la possibilità di richiedere una consulenza gratuita relativa alla vostra situazione particolare per implementare un impianto fotovoltaico nella vostra abitazione e tutti gli altri dispositivi di efficientamento energetico necessari per migliorare la classe energetica della vostra casa e ridurre i consumi in bolletta.